Il complesso di Lu Brandali è costituito da un nuraghe, un villaggio e una tomba di giganti, ed è stato indagato dapprima da Angela Antona (1998-2014) e poi da Letizia Lemmi (2015-2016). La mostra ha l’ambizione di introdurre il visitatore alla comprensione della vita quotidiana in un villaggio nuragico grazie alle informazioni desunte dai ritrovamenti archeologici, utilizzando strumenti divulgativi sia classici (testi, foto, esposizione di reperti e loro riproduzioni) sia innovativi come offerti dalle tecnologie del 3° millennio. Il visitatore perciò disporrà anche di stampe in 3D, app dedicate, virtual tour, un percorso tattile e sonoro, utile anche per ipovedenti, ecc. Alcune sezioni della mostra quindi abbattono il tabù “Vietato toccare”, che si trasforma nel suo opposto “Vietato non toccare”, offrendo la possibilità di esperienze anche tattili, naturalmente su riproduzioni fedeli al vero.
La mostra è stata finanziata dalla Regione Sardegna attraverso il programma operativo regionale POR – Programmazione unitaria 2014-2020 – sulla competitività delle imprese con il bando Culture_Lab.